giovedì 28 novembre 2013

CONDIZIONAMENTO E MANIPOLAZIONE

      Molti anni fa, almeno 17/19, presi autonomamente la decisione di non guardare più la Tv, non comprare più giornali e non leggere più romanzi. La motivazione fu che non volevo subire influenze. Come scrittrice, volevo mantenere la mia originalità e come pensatrice e studiosa, intendevo mantenere la mia lucidità. Gli amici non si meravigliarono poiché mi consideravano un’anticonformista.  Certo qualche gran figuraccia la facevo, non essendo aggiornata sugli accadimenti ma era il prezzo da pagare per non essere totalmente integrata nel sistema.  Più tardi, decisi proprio di occuparmi di condizionamento e manipolazione e quello che scoprii mi fece rabbrividire. Le mie ricerche mi confermarono quello che avevo già scoperto da sola e cioè che fin quando operi all’interno di un sistema sociale, in maniera anche parziale, sei schiavo di quel sistema. La cosa che faceva la differenza era che io e pochi altri lo sapevamo, mentre quasi tutti si muovevano e si muovono in automatico come robotini. Pur riconoscendo che ero anch'io una schiava del sistema, mi sono almeno divertita, nel mio piccolo, a metterlo in crisi. La disobbedienza alle leggi familiari, sociali, culturali, la disobbedienza al lavoro. Attenzione, non una disobbedienza vana e stupida da bastian contrario, bensì una disobbedienza consapevole di chi SCEGLIE di non andare nella stessa direzione.  Da qui, l’appellativo ‘Maverick’: Uno che non segue il gregge!
 Le mie scelte mi resero molto popolare per alcuni, ma per altri fui vetriolo negli occhi. Mio padre, qualche supervisore, il mio ex marito, mi combattevano come il diavolo e mi punivano perché non mi uniformavo agli schemi. La mia scelta non è stata facile, ha avuto un prezzo alto. Ho rotto tanti piccoli schemi e poi altri più grossi e ho capito che è un lavoro continuo, che non ti puoi fermare.  Le nostre menti sono condizionate e manipolate ogni giorno e non ti accorgi. I sistemi sono sempre più sottili. La Tua Vita non è una scelta ma il prodotto di condizionamenti. La ‘massa’ deve restare nelle basse vibrazioni.  E in che modo? Passando brutte notizie a raffica che scatenano preoccupazione, ansia e PAURA. Cosa fa la Paura? BLOCCA! Ti impedisce di agire, di prendere azione. Vieni circondato da notizie catastrofiche: Alluvioni, pedofilia, femminicidio, suicidi, crisi finanziaria. NON HAI SCAMPO, SEI BRACCATO.  Il sistema ti dice: ’Fai il buono, fai quello che ti dico e forse sopravvivrai. Noi ti aiutiamo, dai…ti togliamo l’Imu, stai con noi o morirai’.  Ora, non basta spegnere la Tv per salvarsi. Questa potente arma di distruzione di massa è arrivata ovunque. Hai 10 tessere? Supermercato, negozi vari, benzina? Sei manipolato. Vai ancora a votare? Sei pessimista, sfiduciato, al verde? Sei vittima della manipolazione globale. Ma voglio dirti una cosa che forse non sai ancora, che il MOSTRO è entrato nel Web e nei Social. Il mostro è anche in FB! Hai fatto caso che da qualche parte erano cominciati dei tentativi di sabotaggio, questo perché FB rischiava di diventare uno strumento potente di libertà nelle nostre mani. Come fare per censurare? Non si poteva, la gente è insorta subito …allora hanno trasferito in FB ciò che fanno in Tv, passare costantemente notizie orribili. Ed ecco che si attiva l’esercito dei ‘depotenzianti’ che ti posta le cose peggiori, tristi, atroci…e tanti abboccano e le fanno circolare. Obiettivo raggiunto!
Ora io do un consiglio e non pretendo che mi si dia ascolto. Per sconfiggere il Mostro, bisogna far cambiare le vibrazioni di paura. BASTA CON LE CATTIVE NOTIZIE.  Basta con il far circolare post tristi, sfiduciati o simili.  Cancellateli! Ripuliamo i Social da questa spazzatura e sostituiamoli con post costruttivi. Facciamo circolare AMORE, FIDUCIA, SOLIDARIETA’! Teniamo alta la consapevolezza rispetto a ogni scelta che facciamo. Poniamoci domande…non andiamo avanti come pecore, senza una direzione.
NOI SIAMO LA FORZA, scegliamo di non farci sottomettere. NON PIU’!
Se pensate che quello che ho scritto ha senso, AGITE ORA e fate anche circolare questo post. Volevo fortemente passarvi queste informazioni e scriverle con una mano sola è stato estremamente faticoso (l'altra è incidentata)...ma un maverick non si ferma!

Vi allego una mia intervista di qualche anno fa. GRAZIE


Tiziana ‘Maverick’ Cirillo

INTERVISTA (rilasciata anni fa, per chi ha voglia di leggerla)

D:Chi sei?
R: Un mucchio di molecole, energia e un grande Spirito
D: Tu pensi che il mondo sta andando a rotoli?
R: Gli umani stanno andando a rotoli
D: Somigli più a tuo padre o tua madre
R: Bella domanda
D: Tu parli spesso di condizionamento, quanto pensi di essere condizionata?
R:  Un 60, 65%
D: E quanto pensi siano condizionati gli altri in generale?
R:  80, 88%
D: Cosa fai per decondizionarti?
R:  Non vedo TV, non compro giornali, ascolto 1 solo radiogiornale al giorno, non faccio necessariamente le cose come gli altri, mi pongo delle domande, etc. etc
D: Tu detesti la politica, perché?
R Questo non è esatto, io detesto i politici. Sono dei veri criminali.
D: Tutti?
R:  Si! Non puoi entrare in un sistema senza diventarne parte.
D: Tu pensi che ci sia un complotto internazionale?
R:  C’è sempre stato, da che mondo esiste. Guarda a come sono strutturate le comunità, anche quelle degli insetti. Api, formiche..La massa si fa il culo a beneficio della regina. Per quanto ci riguarda il grande complotto è possibile grazie all’ignoranza delle masse. Qui entra in gioco il condizionamento, il sedare, l’indottrinare.
D: Tu che hai avuto la fortuna di nascere con il corpo di Belen e l’intelligenza della Montalcini J, pensi ti abbia favorito nella vita?
R:  Non so, bisogna vedere se avessi avuto il corpo della Montalcini e l’intelligenza di Belen come me la sarei cavata.
D: Tu non parli mai di Dio ma chiunque ti conosce bene sa che hai una fortissima spiritualità, come fai a conciliare queste due cose?
R:  Parlo solo delle cose che conosco e Lui, non lo conosco
D: Eppure hai scritto un libro dove lo descrivi come un’enorme formica bianca
R:  Ho detto che non Lo conosco, no che non l’ho visto.
D: Tu dici che io sono un tuo Maestro ma come mai dopo che ho passato del tempo con te imparo così tante cose?
R:  E’ naturale che un Maestro impari dai suoi allievi
D: Ho promesso che in quest’intervista non avrei rivelato delle cose di te ma diciamo che hai delle peculiarità che ti rendono molto particolare. Come convivi con queste cose?
R:  A modo mio so di appartenere a ‘una categoria protetta’
D: Ash sei tu?
R:  (silenzio)
D: Sei tu Ash?
R:  (silenzio)
D: Chi è Ash?
R:  Ash è un’anima che cerca altre anime ma pochi riescono a riconoscerlo e lui ci soffre molto
D: Come lo si può aiutare
R:  Aiutare è una parola umana, gli angeli non ricevono aiuto
D: E’ per questo che tu non chiedi mai aiuto?
R:  Può darsi
D: Perché supporti il Tibet?
R:  Ho parlato con una madre tibetana, una volta. Lei è riuscita a farmi sentire tutto il dolore del suo popolo. Ho fatto una promessa e io mantengo sempre le promesse
D: Come mai una pacifista come te è finita fra le truppe americane, non è strano?
R:  No, è necessario.
D: Tu sei una cittadina del mondo. Viaggi, ti senti a casa dovunque. La maggior parte dei tuoi compagni sono stati degli stranieri. Da che nasce tutto questo?
R:  Dal non aderire necessariamente a delle ‘regole’ comuni. Mogli e buoi dei paesi tuoi ma i mariti possono essere di altri paesi…o no?
D: Ecco, tu usi l’umorismo come un fioretto…ci giochi, e poi colpisci e affondi!
R: Odio i coltelli ma amo le spade. Sono stata una grande guerriera. L’umorismo è un veicolo potente ma bisogna saperlo usare.
D: Che cos’è la mente per te?
R: Una gigantesca sala dei bottoni di cui l’uomo usa solo quello dei videogames. La storia è stata fatta da pochi. Scoperte, invenzioni..fatte da pochi. La maggior parte degli umani usa la mente a un livello appena superiore a quello di uno scimpanzè.
D: Pessimista!
R: Realista!
D: Tu quale pillola avresti preso, la rossa o la blu?
R:  Io non prendo pillole
D: Tu che ti definisci una delirante, creami adesso su due piedi un progetto per salvare l’Umanità.
R:  L’Umanità è nelle mani dei bambini. Bisogna salvare i bambini prima che siano condizionati e programmati nel modo sbagliato. Mamme salvate i vostri figli e loro salveranno noi.
D: Di tutti i condizionamenti, qual è il più forte?
R:  In generale quello socio-culturale
D: Cosa pensi di FB?
R:  E’ esattamente come nella vita. Chi parla troppo, chi troppo poco. Chi ha bisogno di un pubblico, chi sta dietro la tenda a spiare. Chi si spaccia per qualcosa che non è. Chi è e non si da. Chi val la pena ‘di frequentare’. Ognuno lo usa a seconda delle proprie possibilità. Cmq mi piace molto. Ci sono anche molte persone interessanti. Lo leggo al posto dei quotidiani.
D: Una volta un medico che ti ha avuto in cura per un problema di salute ha detto ‘Probabilmente sto curando un futuro Premio Nobel’.  Cosa l’ha spinto a pensare che saresti potuta diventare un Premio Nobel?
R:  Bhè ricordo che lui mi diceva sempre che avevo delle grosse doti di empatia e poi gli piacevano molto le cose che dicevo. Magari aveva solo bevuto due martini!!
D: Tu hai sempre detto che avresti fatto di tutto per non diventare famosa. Perché?
R:  Infatti ci sono riuscita J Non sopporterei l’intrusione continua nella mia vita. La gente che ti guarda, ti riconosce. Nooooo.
D: L’ultimo con cui sei uscita è riuscito a farti perdere la testa?
R:  No, mi ha fatto solo perdere tempo J
D: Sei dura con te stessa?
R: Durissima. Ora spero di diventare un pò più indulgente
D: Quando si diventa vecchi?
R: Quando lo decidiamo
D: Cosa vorresti lasciare di te ai tuoi figli
R:  Lascio loro il mio cuore di bambino, il mio entusiasmo e la mia forza
D: Se ti chiedo di scegliere fra la busta n. 1, la n. 2 o la 3?
R: Se qualcuno ti chiede di scegliere allora ti sta già imponendo qualcosa
D: Hai promesso che avrei potuto pubblicare quest’intervista se avessi rispettato le regole. Le ho rispettate?
R: si




giovedì 1 agosto 2013

FINALMENTE LE VACANZE...

E finalmente siamo arrivati agli sgoccioli. Si parte per le agognate Vacanze. Ci aspettiamo molto da questo periodo di sospensione della nostra routine.
Come le scegliamo queste vacanze? Bhe', diamo la priorita', di solito, a quello che e' piu' importante per noi. Budget a parte, ecco alcune delle motivazioni per cui scegliamo un tipo di vacanza piuttosto che un'altra:
C'e' chi preferisce restare in Italia per 'sentirsi al sicuro'. Chi sceglie la destinazione in base ai suoi amici per 'restare nel branco'. Chi deve preoccuparsi prima delle necessita' della famiglia e dei bambini. Chi sceglie mete esotiche, della serie: 'io merito!'. Chi sceglie viaggi lontani e avventurosi perche' non ne puo' piu' della routine.
Qualsiasi sia il motivo che ci spinge a scegliere una destinazione, facciamo sempre del nostro meglio per godere a pieno questa esperienza. La vacanza non serve soltano a rilassarci ma anche a vedere piu' chiaramente dentro di noi. Ritagliamoci degli spazi solo nostri, anche se siamo col compagno o con gli amici. Stiamo il piu' possibile a contatto con la natura. Chiudiamo l'orologio, i pad, e tutti gli strumenti elettronici in un cassetto. Camminiamo, nuotiamo, chiacchieriamo con gli altri. Se ci viene qualche buona idea da mettere in pratica al nostro rientro, annotiamola da qualche parte. Se succede qualche discussione coi vostri amici, cercate di risolverla subito. Portatevi un buon libro, piu' che un romanzo, un libro di crescita personale. Mangiate sano ma ogni tanto concedetevi un peccato di gola. Siate piu' indulgenti con voi stessi. Rompete i soliti schemi. Fate un bagno di sera o di notte. E' bellissimo! Fate qualche escursione, esplorate questo nuovo territorio. Non restate ad arrostirvi per ore sul lettino. Fate un po' di ginnastica in acqua. Fate una bella respirazione profonda di fronte a un tramonto. Ripetetevi che l'Universo vi Ama e che molte delle cose che state facendo li, magari le potreste fare anche quando rientrate in citta'. Lasciate la macchina e fittate una bici. Prendete un pedalo' e fate un po' di meditazione in mezzo al mare. Con una maschera osservate i pesci. Mangiate un gelato, scegliete un gusto diverso dal solito.
Quando le vacanze saranno finite, ringraziate con Amore il posto e la struttura che vi ha accolto, io lo faccio sempre. Rientrati in citta', non mollate subito. Trattenete questo sentimento positivo e immediatamente cercate di riprodurre una routine diversa dal solito e quanto piu' possibile simile a quella vacanziera. Passate delle giornate, nei week end, all'aria aperta...Restate aperti alla vita, uscite dalle vostre piccole e noiose abitudini e magicamente qualcosa cambiera'...

giovedì 2 maggio 2013

Solo Quello che Meriti...

  Molte persone si lamentano perche' conducono una vita insoddisfacente. Le problematiche piu' comuni sono il lavoro e le relazioni. Un'altra lementela comune e' che 'le cose sembrano sempre uguali' , nulla sembra cambiare (gia', ma chi dovrebbe cambiarle?). In mezzo a questa folla di insoddisfatti c'e' una percentuale di 'contenti'. Queste persone hanno un lavoro che li gratifica, degli interessi che li appassionano e, di solito, anche delle buone relazioni. Chi sono questi privilegiati? Sono semplicemente coloro che hanno un'autostima migliore della vostra e che pensano di MERITARE cio`che hanno. E adesso sveliamo un segreto importante: 'Tu otterrai soltanto quello che credi di meritare'. E' cosi'! Sotto sotto ti consideri un individuo mediocre, non abbastanza capace, non tanto dotato e allora ti direzionerai verso quelle cose che 'potrai permetterti'. Conseguenza......NON CRESCERAI MAI!
Forse alla base ci sono stati dei genitori troppo severi, degli insegnanti che non erano contenti di te... e tu ti sei portato questo condizionamento per il resto della tua vita.
Quel jeans e' troppo caro, meglio non comprarlo. La verita' e' che non pensi di meritarlo e se tu lo comprassi avresti dei forti sensi di colpa. Fai e continui a fare scelte di serie B. Si vede anche dagli amici che hai, dalle persone che frequenti, dai 'compagni' che scegli.
Ma come si risolve tutto questo? Non vogliamo mica restare nel problema!
Bisogna innanzitutto DEPOTENZIARE le cattive abitudini. Se non hai gran stima di te, sicuramente ti dirai delle cose. Prova ad ascoltare la vocina interna. Cosa ti dice appena ti alzi la mattina? Cosa ti dice quando ti guardi allo specchio? Cosa ti dice quando fai una domanda di lavoro? Quando vuoi conoscere una persona carina, fare un viaggio piu`avventuroso?
Dobbiamo cominciare a indebolire la vocina negativa e sostituire i messaggi con altri piu' potenzianti.
Esempio: Mi sveglio al mattino e la vocina dice: Mamma mia, un'altra giornata di lavoro, non ce la posso fare!' Scegli un messaggio potenziane come risposta: Ogni giorno posso avere delle opportunita` meravigliose e io mi apro a queste possibilita`. Lavorate di fantasia.
Aiutatevi, ogni volta che potete, con la visualizzazione creativa.
Ogni volta che vogliamo un cambiamento/miglioramento dobbiamo sostituire abitudini depotenzianti con nuove abitudini potenzianti.

Quali altri strumenti hai per spiccare il volo? Vediamo i possibili risultati da 1 a 100:

*  Leggere un libro di crescita personale: acquisterai delle nozioni importanti: 25%
Praticare un libro di crescita personale: Ti approprierai di alcuni strumenti: 40%
*  Frequentare un training/workshop: Senz'altro ti dara' piu' risultati ma, ancora una volta, se non pratichi non serve a molto: 55%
*  Seguire un percorso con un Life Coach: E`il tuo allenatore. Individua velocemente i punti deboli su cui dovrai lavorare e ti supporta. 90%

A questo punto, SCEGLI! Vuoi restare sul vecchio sentiero, quel vicolo cieco che percorri da anni? O vuoi prendere l'autostrada e raggiungere veloce la meta?

RICORDA: Se non fai nulla per realizzare i tuoi sogni, diventerai una comparsa nel sogno di qualcun'altro.

Tiz Maverick
Counselor, Life Coach
and more...

mercoledì 6 marzo 2013

Relazioni complicate!

     Ma come mai le Relazioni stanno diventando cosi difficili?
Una volta non era cosi! Si usciva con un gruppo, ci si conosceva, lui ti invitava a cena e dopo qualche volta, se gli piacevi, ti faceva la famosa 'dichiarazione'. Tu come una principessa, valutavi e davi la risposta o, in alcuni casi, chiedevi il permesso di pensarci qualche giorno.
Adesso esci con qualcuno, dormi a casa sua, ci porti i tuoi effetti personali, ci fai qualche figlio e quando lui parla di te, dice che 'vi state frequentando'. Accidenti!
"Prima, cara principessa, se me la davi, ero costretto a prendermi le mie responsabilita` ma ora, me la danno tutte e non mi va di impegnarmi". Questo potrebbe essere un'ipotetica risposta onesta di un 'amico' che 'frequentiamo'.
Si rifuggono le relazioni a favore delle 'frequentazioni' e dei cosiddetti 'trombamici'.
Certo anche noi donne siamo complici di tutto questo. Siamo diventate troppo leggerine o aggressive o pretenziose. Se qualcuno si comporta in un certo modo con noi e' perche' glielo stiamo CONSENTENDO. Se sei una donna/vittima, attirerai un carnefice, questo e' poco ma sicuro.

Ma vediamo alcune categorie femminili piuttosto famose:

- La donna Mamma/Chioccia: sempre pronta a prendersi cura, ad accudire, cucinare, stirare e perdonare.
- La crocerossina: Vuole salvarti ad ogni costo dall'alcol, dal fumo, dagli amici, dal cibo...
- La Pantera Sexy: sempre super seduttiva, scollacciata, minigonnata, bollente. Deve averti ad ogni costo.
- La donna in carriera: Borsa 24ore, lavora fino a tardi ed e`altamente competitiva. Tende a schiacciarti.
- Wonder Woman: Instancabile, fa diecimila cose contemporaneamente, deve essere la piu brava! Ti esaurisce.
- La donna 'Ce l'ho solo io': Superba, snob, vive sul piedistallo. Non sarai mai abbastanza.
- La fidanzata, sempre carina, truccata, ben vestita, docile, aggrappata al tuo braccio. Vuole essere sposata!
- La donna Manager: E`un capo! Un leader! Bella, intelligente, brava...ti umilia solo perche` esiste.

E potrei continuare... Ora consideriamo che spesso l'uomo e` un semplicione e non vuole complicazioni, quando comincia a diventare vittima del vostro personaggio, dopo un po`se la da a gambe levate o trova un'altra che gli sembra piu' inoffensiva.
La verita', come sempre, e' che per costruire una relazione sana, bisogna lavorare sempre prima su noi stessi. Quello che otteniamo e`il riflesso di cio' che siamo. Ricordate il famoso detto: Dimmi con chi vai e ti diro' chi sei? Proprio cosi? Per cui vi prego, non perdete tempo ad aspettare il Principe o non cercate di trasformare il poverino di turno nel vostro 'LUI'. Fatevi un'attenta e sincera analisi,  non ponetevi come prede e neppure come predatori. Lavorate su di voi, prendetevi del tempo per conoscere bene la persona di turno e se sentite il campanello d'allarme che suona, scappate finche`siete in tempo :-)

P.S. Maggiorni informazioni verrano svelate nel mio prossimo seminario sulle Relazioni.

sabato 16 febbraio 2013

Non si può delegare la guarigione a una sostanza chimica



   Sono le 08:15 e mi trovo nella sala d’attesa di un Padiglione del 2ndo Policlinico. Ci sono poche sedie e resto in piedi. Piano piano i miei occhi vengono assorbiti da quelle pareti un po’ sporche, scorticate, nude e fredde. Altra gente arriva e affolla la saletta. Guardo i loro volti. Gente semplice, del popolo, qualche persona anziana. Passa il tempo, molto tempo, comincio a essere stanca e mi dirigo verso una sedia  che si è liberata. Continuo a guardare quelle pareti orribili e penso: Possibile che non ci siano i soldi per dare una rinfrescata a questi posti? Probabilmente no! E allora i medici non potrebbero autotassarsi? Poche decine di euro ciascuno e qualcuno che si offre volontario x pitturarle? Mi tornano in mente le parole del mio avvocato quando mi ha detto che ho un’anima hippy. Già, ha ragione… Io vedo il mondo a colori, credo nell’amore, nella fratellanza, nella solidarietà…
L’attesa dura circa due ore e poi finalmente entro e mi trovo davanti a 8 giovani medici. Caspita, un team tutto per me. La dottoressa mi chiede come va e le rispondo che non mi sento granchè dopo tutti gli antibiotici che ho dovuto prendere. Le dico ‘Io mi curo con la mente’. Cala un silenzio di tomba, quasi imbarazzante. 
Procedono con l’ecografia, usandomi tipo cavia per fare pratica. Paziente mi sottopongo ai loro tentativi di individuare i vari organi. Finalmente arriva lui, il capo e prende in mano la situazione portando lo strumento avanti e indietro, su e giù sul mio addome e …’Tutto a posto’ dice! Eppure avrebbero dovuto trovare parecchie sorpresine spiacevoli. Allora la mia autocura col potere della mente funziona!!! Stavolta li guardo io con un sorriso ironico. Mi rivesto ed esco. Mi fermo sulla porta, mi giro a guardarli e dico loro ‘State per diventare medici. Dovete trattare i vostri pazienti con empatia e con amore. E’ l’amore che guarisce non le medicine. Non diventate come quei medici freddi, distanti, rigidi, quasi cinici. Chi soffre ha bisogno di attenzione e di conforto.’ Mi guardano un po’ inebetiti e fanno di si con la testa. Mentre vado via, vedo lo sguardo del ‘capo’ che era fuori la porta e aveva ascoltato le mie parole. Mi guarda come se fossi un’apparizione. Sorrido e mi infilo nei corridoi per uscire.
Una volta fuori non ho potuto fare a meno di pensare alla solitudine, alla paura, lo sconforto di quelli che si affidano alle ‘cure’ mediche. Questi ospedali sono, al contrario, molto inospitali. Freddi, sporchi, puzzano di alchol e di medicine. Psicologicamente ti buttano giù. Spesso il personale medico e paramedico è abbrutito, freddo, scostante. A furia di vedere sofferenze ci fanno il callo e rischiano di diventare persone insensibili. Io stessa, in prima persona, ho avuto esperienze atroci negli ospedali, roba da lager.
Vai da un medico e spesso l’unica cosa che sa fare e darti un mucchio di medicine o dirti di operarti. Il medico non considera il paziente nella sua totalità, un insieme di corpo, mente e spirito. Il paziente andrebbe ascoltato, dovrebbe avere una cartella con tutta la sua storia medica. Il medico, dovrebbe anche indagare sullo stato complessivo della persona: salute, alimentazione, movimento, livello di stress, vita affettiva. La malattia nasce sempre prima come somatizzazione di un disagio. Trovo la maggior parte dei medici cosi freddamente razionali.
Quando sono uscita da quella struttura ho cominciato a fantasticare e immaginarmi ospedali che hanno un buon profumo, piuttosto che puzzare di alchol e medicine. Un po’ di aroma terapia. Le stanze invece che essere di color bianco-grigio-sporco…hanno delle scene che rappresentano paesaggi in Natura. Sulle pareti ci sono poster con messaggi motivanti di supporto. Ci sono sale biblioteca dove si possono donare libri da far leggere ai pazienti. Ci sono dei counselor che fanno il giro una volta al giorno per parlare con i malati, per ascoltarli. Il personale sanitario è gentile e ha una targhetta col proprio nome. Ci sono dei volontari che un paio di volte al giorno vanno a visitare i più bisognosi e gli anziani per portar loro un pò di calore. I medici, durante il giro di visite, danno dei consigli, incoraggiano e ogni tanto accarezzano i pazienti. C’è una sala dove si proiettano film per quelli che non sono allettati tutto il giorno e una piccola cappella per pregare.
Un ospedale deve essere un posto accogliente e un medico qualcuno che ti aiuta a guarire. Non possiamo delegare la guarigione a delle sostanze chimiche.
Cari medici e paramedici, vi invito a essere delle persone migliori, a metterci il cuore perché è l’amore che guarisce non la medicina.

Grazie

giovedì 24 gennaio 2013

Formazione e Formatori

Prima di esprimere il mio pensiero inizio col dire che sono anche io una formatrice. Mi occupo di varie cose e una di queste e’ la formazione per italiani e americani.
Ho acquisito tecniche e strumenti vari da alcuni dei grandi in questo campo, in Italia, Europa e USA.  A tutto questo, pero' ci ho aggiunto qualcosa di mio, di personale: Semplificazione, Umanita' e Cuore.
Il panorama dei formatori si e' allargato enormemente negli ultimi 10 anni. Ovviamente, molti la considerano anche una possibilita' per lavorare, far carriera e ottenere guadagni. Ci sono quelli che hanno studiato e lavorato duramente per ottenere risultati  e altri che si sono improvvisati.
La mia prima raccomandazione, quindi, e' di stare molto attenti e cercare di comprendere in quail mani vi state affidando.

Le prime regole per poter offrire una buona formazione sono queste:

-         Conoscere a fondo la materia che si va a presentare
-         Essere in grado di parlare in pubblico (background in public speaking e comunicazione verbale e non verbale)
-         Essere in grado di gestire un’audience (domande, momenti di crisi, stanchezza)
-         Time management  (gestire il tempo per ogni argomento, pause, etc)
-         Audience analysis: L’abilita' di rendersi conto, attraverso domande e diretta osservazione, del  tipo di persone che abbiamo in aula.
-         Essere un Comunicatore efficace. Vale a dire che la presentazione deve essere varia, contenere un buon numero di esempi e di storie. Bisogna essere in grado di tenere l’attenzione e soprattutto essere abile, con degli ancoraggi specifici, a fissare dei concetti nella mente dei partecipanti. Sappiamo che il nostro cervello puo' contenere un numero molto ristretto di informazioni, da 5 a 9, dopodiche’ si distrae e non riesce a seguire o ricordare tutto il resto.

Fatte queste premesse, vorrei ora spendere due parole sulla Formazione.
Ci sono quelli che da anni non si perdono un corso. Ne hanno fatti decine ma, ahime', non sono migliorati molto. Come mai? La risposta e' questa: Non basta fare corsi di formazione per migliorarsi la vita, BISOGNA PRATICARE TANTO E APPROPRIARSI DEGLI STRUMENTI!
Per esempio…facciamo che volete diventare uno chef e vi iscrivete a dozzine di corsi di cucina. Spiegazioni su spiegazioni, trucchi, ricette, suggerimenti. Tornate a casa, vi rileggete gli appunti ma non cominciate mai a mettere le pentole sul fuoco ed ad imparare a fare le cose che sono li sul foglio. Dopo anni sarete un cuoco eccezionale? Noooo, sarete solo uno che ha frequentato dei corsi di cucina.
FARE UN CORSO DI FORMAZIONE NON VI CAMBIA LA VITA, imparare a usare gli strumenti che vi vengono mostrati, puo' aiutarvi a farlo.
Allora, il consiglio che vi do, che probabilmente e' anche nel mio ultimo libro “Prima di Chiedere Aiuto a Dio, consulta un counselor o almeno Leggi questo Libro", e' questo: Prendete un solo strumento, una sola tecnica e praticatela fin quando ve ne sarete impadroniti.
Potrebbe essere la meditazione, la respirazione, la comunicazione, il pensiero positivo o altro. Piuttosto che essere competenti in una marea di nozioni, siate bravi in qualcosa che vi puo' essere utile. Comprate una cassetta con 70 attrezzi e non sapete usare neanche un giravite…a cosa serve?
Ultima raccomandazione o suggerimento. Volete farvi del bene? Volete star meglio? Attraversate un momento di crisi? Prendete atto di questo, non ignorate questo vostro disagio e, prima della formazione, affidatevi a un Life Coach o a un bravo Counselor. Fate un piccolo percorso personale. Vi verranno in ogni caso passati degli strumenti importanti e imparerete a usarli subito. Io lavoro sia come formatrice che come Life Coach e Counselor ed e’ proprio per questo che mi permetto di esprimere la mia opinione. I risultati piu' grandi e importanti che ho avuto sono stati proprio negli incontri personalizzati di Coaching/Counseling. A volte in solo 4 o 5 sessioni ho notato grossi cambiamenti nelle persone ma soprattutto DURATURI.
Nella formazine ho visto persone entusiaste, prendere coscienza e consapevolezza di molte cose ma, dopo qualche giorno, se non segue un impegno nel mettersi a lavorare…tutto o quasi svanisce nel nulla.
Ricapitolando! Date una svolta alla vostra vita, prendetevi cura di Voi.
Se scegliete un corso di formazione, un seminario, non date i vostri soldi e tempo a persone che si improvvisano. Ho notato questa tendenza anche in Facebook ove, individui che non hanno alcuna esperienza come formatori, scelgono una materia o un soggetto di facile presa  e propongono seminari per cercare facili guadagni.
Una volta scelto il seminario e il formatore giusto, fate pratica..pratica…tanta pratica.
Se invece volete un lavoro piu’ personalizzato, su di voi, sceglete il Life Coaching o Counseling.

Prendetevi la responsabilita’, non procrastinate, fatelo oggi. Questi sono strumenti che hanno cambiato la mia Vita e quella di molti altri.
Non arrendetevi a una vita mediocre.
Con Amore,

Tiz Maverick

mercoledì 16 gennaio 2013

Attacchi di Panico - Web article

Attacchi di Panico

attacchi di panicoLa descrizione di un attacco di panico da parte di un paziente di ogni età, segue un modello costante: “Mi sento morire…mi manca l’aria…il cuore batte all’impazzata…ho paura di perdere il controllo…chi non l’ha provato non può capire quanto si soffra”. L’attacco di panico è fondamentalmente la paura di aver paura, la paura di morire, la paura di impazzire. Chi ne soffre, tende ad associare e a spiegare il panico con il luogo e le condizioni in cui questo si verifica: “ero in macchina, da allora ho paura di guidare …ho bevuto un bicchiere di acqua fredda, si è bloccata la digestione e sono andata al pronto soccorso ma non avevo nulla, mi hanno fatto una puntura di Valium, da allora bevo solo acqua tiepida anche se ogni volta mi sale l’ansia”. Le condizioni possono essere molto diverse tra loro, anche se spesso l’attacco di panico si manifesta quando il paziente si sente costretto in una certa situazione come un mezzo di trasporto, la metropolitana, l’aereo, la macchina, o situazioni che sembrano costringere in una posizione senza via di uscita come il cinema, un ingorgo o, al contrario, in ambienti aperti in cui ci si sente persi e senza punti di riferimento. Per il paziente, l’associazione dell’attacco di panico e l’ambiente in cui questo si manifesta, diventa quasi un fatto magico. Infatti, evitando il luogo o la situazione in cui si è sentito male, egli cerca di controllare e di allontanare la paura della paura: “ se evito di guidare, non mi accadrà nulla, se non andrò al cinema non proverò ansia”. E’ lo stesso meccanismo della superstizione quando si attribuisce ad un numero, ad una certa circostanza, ad un colore, un’influenza negativa. Il vantaggio è che evitando la situazione carica di negatività, si ha l’illusione di allontanare la sfortuna. La difesa fobica, inizialmente, sembra funzionare in quanto la persona vive l’illusione di poter controllare il problema evitando alcune isolate situazioni. Purtroppo l’iniziale sollievo ha breve durata, infatti, progressivamente aumentano le situazioni “pericolose” fino  a limitare in maniera significativa la vita della persona che può, in alcuni casi, giungere a chiudersi in casa per evitare incontri sociali. Tutto diventa difficile, anche le azioni più semplici come recarsi al lavoro, incontrare gli amici, fare una passeggiata. La paura di avere paura, restringe il raggio d’azione fino ai minimi termini e anche se la persona si costringe ad uscire, lavorare, affrontare un viaggio, tutto è vissuto con grande fatica ed angoscia rovinando il piacere di vivere la quotidianità. Apparentemente il paziente partecipa ad una riunione di lavoro o guarda un film ma in realtà è immerso in un proprio mondo parallelo che solo lui conosce in cui si ripete mentalmente una serie di “mantra negativi” del tipo. “ mi sento male, ho paura, mi scoppia il cuore, mi verrà un infarto, appena termina il film tornerò subito a casa, dov’è l’ospedale più vicino, chi mi può aiutare”. Se riesce a contenere l’ansia, la persona si sentirà male ma cercherà di nascondere la sua condizione, altrimenti l’angoscia lo prenderà alla gola e allora il mostro chiamato “paura di aver paura” lo costringerà a lasciare la sala cinematografica o la riunione di lavoro. Apparentemente la persona in preda a questo tipo di angoscia, partecipa alla situazione che sta vivendo ma in realtà è separato dall’esterno da un vetro trasparente su cui scivolano le emozioni e le sensazioni come gocce d’acqua su una superficie impermeabile. Egli non ascolta nulla, non gli arriva il calore o la vivacità dell’ambiente esterno, è solo, completamente isolato, anche se circondato da persone che provano affetto verso di lui ma non lo può percepire in quanto saturo dei suoi mantra negativi. L’aspetto fisico della persona in preda a questa angoscia senza nome, è proprio quella di qualcuno che è attanagliato da potenti artigli alla gola e si sente morire, impazzire, andare in pezzi. E’ una sensazione tremenda ma anche innocua, è proprio questo il paradosso, non c’è nessun pericolo il paziente non morirà e non sarà aggredito da nessun mostro verde con gli artigli affilati. Il paradosso è che non ci sono pericoli per la salute o per l’incolumità della persona, eppure questa soffre atrocemente come mai nella sua vita.

Di cosa soffre la vittima dell'attacco di panico?

attacco di panico Ma è semplice, soffre dei propri pensieri e delle proprie fantasie, non è colpa del caldo o del freddo, della presenza o dell’assenza fisica degli altri. Soffre dei propri pensieri senza parole che egli stesso non conosce e che non sospetta neanche di pensare. I pensieri senza pensatore, come direbbe Bion, si aggirano intorno alla persona che ignora se stessa e si trasformano in sensazione fisica, in pericoli straordinari come felini dai denti affilati che azzannano senza pietà. Raccogliendo la storia di questi pazienti, è tipico come raccontino eventi, esperienze difficili e traumatiche della loro vita, con assoluta leggerezza come se non fossero fatti che li riguardino direttamente e spesso non riescono ad associare la situazione vissuta con l’attacco di panico. “Io ho sempre guidato, mi piace guidare, non avevo nessun pensiero”. E’ proprio l’assenza del pensiero che scatena l’attacco, il poter riconoscere l’emozione disturbante, può diventare la chiave per liberare dalla paura del mostro verde. E’ la stessa situazione di un bambino che ha paura del buio disteso nel suo lettino e vede allungarsi le ombre dei mobili della sua stanza e dei suoi stessi giocattoli, egli ha molta paura ma è sufficiente la voce della mamma per tranquillizzarlo. La luce accanto al letto può illuminare i mostri nascosti nell’ombra che scompaiono per magia al contatto con la luce. Anche il mostro verde della paura di aver paura, può scomparire facendo luce, una luce che scalda e che consola e che accoglie il bambino spaventato che l’adulto nasconde dentro di se. E’ la pretesa dell’adulto di controllare tutto, l’illusione di essere “duro” e “forte”, ossia senza emozioni, ad allontanarlo dal dialogo interno con il bambino che è in lui e questo bambino rischia di sentirsi sempre più solo e disperato se non viene accolto ed ascoltato. Chi soffre di attacchi di panico, vive in un mondo fobico, pieno di divieti, obblighi, percorsi già fissati che vengono vissuti come immutabili. Ci si sente prigionieri di una realtà che non piace e non appartiene ma di cui non si può farne a meno perché altrimenti ci si sentirebbe persi e spaesati senza possibilità di ritrovarsi. Non si può fare a meno della protezione della prigione ma questa è intollerabile. I rapporti affettivi sono vissuti come invischianti ma assolutamente necessari per la sua stessa sopravvivenza. Parafrasando Racamier si potrebbe dire “Né con te, né senza di te”. Un paradosso, che in quanto tale, è irrisolvibile. Il conflitto non viene esplicitato con le parole ma vissuto sul piano somatico con l’attacco di panico che come un nostro verde, prende alla gola. Come addomesticare il mostro verde? Per fare luce è necessario prima abbassare ogni luce. Fare buio, abituarsi al chiaroscuro, dare un nome alle ombre, avvicinare le paure dargli una forma, un oggetto, un luogo di incontro. Esplorare un paesaggio sconosciuto, un bosco buio dove ritrovare il bambino perduto con l’aiuto dello psicoterapeuta che mastica i pensieri, le emozioni e le sensazioni, traducendole ed offrendola all’adulto in preda al panico. Chi vive il panico, tende a percepire il mondo interno come concreto, il pensiero è semplice e lineare, ciò che si vede è l’unica realtà. Le parole rappresentano il ponte che può riavvicinare la persona alle sue emozioni e sensazioni.

domenica 6 gennaio 2013

Le Relazioni e il Virtual World

Siamo in  un momento storico dove il virtuale, che era stato progettato per essere di supporto al reale,  invece ha finito quasi per sostituirlo. Prima le chat, poi Facebook e gli altri social network.  L'intenzione era buona e sana: quella di dare l'opportunità alle persone di allargare il giro di conoscenze e facilitare i rapporti sociali. Noi umani, però, siamo diabolici e abbiamo finito col manipolare il tutto o con il non comprendere bene il vero scopo di questi 'supporti'. Ecco che orde di maschi allupati si sfregano le mani e si avventano su facili prede. Ecco timidi e insicuri rimanere prigionieri di una tastiera senza mai avere il coraggio di presentarsi 'live' ai vari contatti acquisiti. Ecco donne in cerca del Principe azzurro (si, sempre lui) avventurasi a capofitto verso l'ennesima delusione. E cos'altro? Avventurieri, casi senza speranza, ninfomani, venditrici di sesso, persone regolarmente coniugate, ragazzini che si spacciano per adulti e....potrei continuare all'infinito.  Immagino i tuoi occhi sgranati che mi chiedono 'Nientemeno? C'è tutto questo nei social?' Si, ti rispondo e tanto di più ma....attenzione, ci sono anche persone normali, persone perbene e addirittura belle persone.
Se qualcuno insiste a voler rimanere nel virtuale e a non manifestarsi, di solito un motivo c'è...allora lascia perdere. 
Il profilo deve rispecchiare quello che sei. Se metti foto finte, titoli fasulli, se ti dipingi per quello che non sei, prima o poi verrai smascherato. Un profilo troppo pieno di te non va bene. Uno troppo chiuso e segreto, neanche. Usa eleganza e sobrietà.
Quando qualcuno ti chiede l'amicizia, prima di accettare fai un controllino. Vai nel suo profilo e guarda i suoi amici. Se ha 400 amiche, di cui parecchie scollacciate...mi sembra chiaro cosa sta cercando. Se ha solo 12 amici....come mai vuole proprio te come amico?  Cosa scrive? E' ossessionato dalla politica? Scrive solo cavolate? Insomma cerca di farti un'idea della persona. Ha solo una foto? Non ha foto? 
Se dopo una prima indagine ti sembra una persona 'accettabile', clikka sì sulla richiesta e poi salutalo/a, scrivi qualcosa sul suo profilo. Se c'è qualche suo post interessante, commenta. Insomma questi social sono fatti per interagire e non per parcheggiarsi.
Un'altra cosa importante. Evita pettegolezzi, maldicenze e roba varia. Come in una piazza, le voci circolano e si viene a sapere tutto. Ci faresti una pessima figura. Una volta che ti sei 'sputtanato' sarà molto difficile ricostruirti un'immagine.
Cerca di organizzare qualcosa e invitare le persone che ti stanno simpatiche e a tua volta cerca di partecipare a qualche evento. Come nel reale, conoscerai tanta gente ma saranno pochi quelli con cui stringerai un'amicizia.
Se proprio intrecci una relazione con un Facebookiano, io eviterei di metterla in pubblico con tanto di status. E' terribile leggere quel 'Maria è impegnata con Giacomo G.'..dopo due settimane 'Maria è single'....Due mesi dopo 'Maria è impegnata con Franco F'. Bhè non ci fai una bella figura.
Evita di fare il professorino, il profeta, il fantastico, insomma di metterti sul piedistallo...soprattutto evita di sputar sentenze e sparlare di altri o peggio, i litigi in diretta. Ricorda che in questi social sei sotto osservazione continua.  
Evita anche, se hai un business, le gelosie professionali e di denigrare i tuoi 'colleghi' a meno che tu non sappia per certo che il tizio in questione sia un imbroglione e vuoi mettere in guardia qualcuno. Evita anche il supermartellamento coi tuoi eventi.
Non passare ore dietro uno schermo ma utilizza questi mezzi con intelligenza. 
Non restare intrappolato nel virtuale perche quando spegni il pc sarai di nuovo da solo.